Hamburger Anzeiger - Dal tartaro antico nuova luce sulla medicina preistorica

Dal tartaro antico nuova luce sulla medicina preistorica
Dal tartaro antico nuova luce sulla medicina preistorica

Dal tartaro antico nuova luce sulla medicina preistorica

Grazie a uno studio italiano finanziato con 1,5 milioni dal Mur

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Anche l'analisi del tartaro antico aiuterà a ricostruire le origini della medicina nelle società preistoriche europee, grazie al progetto di ricerca PreMED (Medicinal Practices and Ecological Knowledge in Prehistoric Europe), che si è aggiudicato oltre 1,5 milioni di euro del Fondo italiano per la scienza messo a disposizione dal Ministero dell'università e della ricerca. A guidare le indagini sarà l'archeologa Emanuela Cristiani della Sapienza di Roma, che intende scoprire come piante, animali e minerali venivano usati per la cura e come pratiche terapeutiche, assistenza sociale e innovazioni tecniche abbiano contribuito allo sviluppo culturale delle comunità. "Le nostre ricerche si focalizzeranno su un periodo che va dall'inizio del Paleolitico, circa 40.000 anni fa, fino all'arrivo dei primi agricoltori in Europa, avvenuto circa 8.000 anni fa", spiega Cristiani, che alla Sapienza dirige il laboratorio Dante per lo studio della dieta e della tecnologia antica. "Sappiamo pochissimo di queste società di raccoglitori e cacciatori, ma stanno emergendo diverse informazioni relative alle prime pratiche chirurgiche, come le amputazioni, e addirittura forme di compassione, come nel caso dei Neanderthal che accudivano i bambini con sindrome di Down. Sappiamo che esisteva una qualche forma di medicina, ma non abbiamo ancora evidenze abbastanza chiare". Per fare luce sulla questione, il progetto PreMED combinerà diverse metodologie di indagine che vanno dall'antropologia alla bioarcheologia. Verranno studiati individui preistorici sopravvissuti a fratture, ascessi o infezioni grazie a qualche forma di cura, e si sonderanno sepolture alla ricerca di parassiti. Si cercheranno tracce di proteine umane su quelli che potrebbero essere stati strumenti chirurgici e si analizzeranno tracce di vegetali presenti nei sedimenti. Grande attenzione verrà dedicata all'analisi del tartaro depositato sui denti, dal quale si potranno ricavare informazioni relative alle sostanze ingerite, alla composizione del microbioma e alla presenza di microrganismi patogeni. Il progetto durerà cinque anni e coinvolgerà musei e centri di ricerca di diversi Paesi europei, come Serbia, Croazia, Danimarca e Spagna.

A.Swartekop--HHA